I cardi di Mimmo Sancineto
Dopo un susseguirsi di mostre in note città italiane, che hanno ottenuto esiti positivi di valutazione critica, Mimmo Sancineto, a distanza di molti anni, espone nella sua Galleria d’Arte, a Castrovillari, un’affascinante personale monotematica: I Cardi.
L’Artista, puntando su un unico tema, ha sfidato il rischio di cadere in un refrain monotono e ripetitivo, rischio che ha abilmente evitato, grazie all’abilità tecnica che gli ha permesso di creare avvincenti “sinfonie” cromatiche, mediante la variazione dei colori, forti nel timbro e armoniosi nella partitura dei toni, fino a ottenere sfumature delicate e trasparenti.
Una pittura espressionista, che pur traendo ispirazione dalla natura, non la imita, ma la ricrea nell’interiorità di una visione del tutto personale. Eliminando la tradizionale prospettiva, Sancineto scandisce in profondità lo spazio pittorico tramite larghe spatolate, giustapponendo sulla tela dense zone di colori corposi. Tra i piani cromatici si elevano i “suoi” cardi. Prodotto della terra, il cardo, pianta erbacea delle Composite, con fusto e foglie spinosi, produce fiori a capolino di colore rosso, lilla, viola, giallo. Esistono diverse specie di cardo, Sancineto dimostra di averne una conoscenza approfondita.
Come mai il maestro calabrese predilige tra i tanti fiori e frutti che la natura offre proprio il carciofo selvatico?
Sancineto sceglie il cardo forse perché è un ortaggio secolare, molto diffuso anche nella nostra terra. Nell’antichità il cardo aveva un duplice significato: positivo e negativo. Nel primo caso, considerando che la pianta, una volta spezzato il frutto, ritornava a fiorire, simboleggiava una vita lunga e vigorosa. Nel secondo caso sovviene l’inesorabile sentenza di Dio, quando Adamo, dopo essere stato cacciato dall’Eden, si sentì dire : “Spine e cardo produrrà per te la terra” (Genesi 3,18) nel senso che per procurarsi il cibo l’uomo, da allora in poi, avrebbe dovuto soffrire e subire dure prove.
Nel Nuovo Testamento il cardo, poiché ha fusto e foglie spinosi, assume significato cristologico, rimanda alla Passione e alla corona di spine, posta dai soldati di Pilato sul capo di Cristo.
Sancineto in alcuni dipinti evidenzia le spine e le punte sporgenti del filo spinato entro il quale e anche oltre svettano i coloratissimi cardi. In filigrana egli riesce a veicolare l’eterno dissidio tra il bene e il male, inoltre fa percepire la precarietà della bella stagione nel raffigurare i cardi rinsecchiti, privi di colore; in questo caso l’impasto grigiastro si fa ancor più ispido.
In tante altre tele le spine invece scompaiono, i fiori si vedono nell’esilità dell’infiorescenza, nella carnosità delle foglie, nei singoli capolini. Le splendide tele raffiguranti i cardi senza spine attestano un messaggio di luce e di speranza. Gli sfondi azzurri, verdi, rosati, rossi, gialli, arancio fanno riacquistare al cardo il primitivo significato di buon auspicio contro il flusso delle forze negative. In virtù del suo carattere solare, l’Artista è portato ad esaltare il bene e il bello di una natura inventiva e incontaminata.
La Magna Graecia e i suoi segni
nella pittura di Mimmo Sancineto
2006
Dopo le più recenti a Roma e Pescara, il maestro calabrese Mimmo Sancineto sceglie come terza tappa espositiva il Museo di Sibari, ricco di preziosi reperti archeologici della Magna Graecia, la cui arte ispira una serie di opere della sua ultima produzione. Alcune di queste specchiano, nel contempo, anche un forte legame con il territorio del Pollino.
Dai dipinti in mostra si evince il rapporto che Sancineto crea tra arte-storia-natura, espresso con un linguaggio e una tecnica, volti a valorizzare forma e colore in un’operazione di sintesi concettuale. La storia non va intesa come narrazione di eventi bellici, ma come citazione archeologica. In alcuni dipinti compaiono, infatti, “presenze” di reperti monumentali: Il tempio di Hera, detto delle Tavole Palatine a Metaponto, la Colonna superstite del Tempio di Era Lacinia a Capo Vaticano. In altre composizioni Sancineto ritrae figure simboliche (il cavallo, il toro, ad esempio), le quali rimandano al repertorio iconografico dell’antica Sibari, figure simboliche costruite con tecniche miste in forme corpose ed aggettanti, di memoria arcaica (Vedasi “ fregio” con cavalli e cavalieri, oppure la figura del toro, ripresa più volte con vigorosità volumetrica). Nell’operazione di costruzione e di scavo sulla superficie pittorica della tela, l’artista recupera la manualità di scalpellino che ha dato inizio alla sua produzione scultorea giovanile.
Pur non rinnegando la figurazione, Sancineto s’indirizza verso l’astrazione formale, forse per esigenza d’innovazione stilistica. Non come gli artisti greci, i quali, perseguendo l’ ideale di perfezione classica, sfuggono la realtà e cercano l’assoluto nella purezza astratta delle forme geometriche. Sancineto supera la ripresa dal vero mediante l’elaborazione mentale dell’oggetto, che è il nostro territorio, scegliendo particolari segni che lo connotano nei colori caldi e solari. Questi, posti sulla tela con larghe ed energiche spatolate giustapposte, spesso “risuonano” nel timbro come onde impetuose sulla superficie piatta, per poi improvvisamente arrestarsi ai margini del quadro. Nei vari paesaggi marini si ha la sensazione di percepire l’impasto cromatico come magma incandescente, che tracima infuocato. Per conseguenza, più intrinseco si avverte il rapporto simbiotico del pittore con la natura, la quale, anche senza la presenza umana, manifesta l’afflato dell’Anima mundi.
Nella serie delle Stagioni la primavera è quella che più registra i nuovi stimoli visivi ed emotivi dell’artista. Un gioco fantasmagorico di colori intensi rende vivi i dipinti, irrorati dalla luce bianca. Splendidi anche le tele con i cardi, tipici fiori della nostra zona. Qui la pasta cromatica, pur densa, lascia spazio a passaggi tonali e a trasparenze luministiche brillanti.
Richiamano l’attenzione, nella panoramica delle opere, i muri, tema prediletto dall’artista.
Nella prima produzione di Sancineto i muri sbrecciati delle case dei paesi calabresi sottintendono la denuncia di una condizione esistenziale disagiata del proletariato, nella recente sequenza, invece, i muri sono magistrali prove d’ autore, paradigmi di una ricerca d’effetto tecnico nell’abbinamento contrastante dei colori che si fondono con la luce, la quale agisce in profondità e in superficie, creando tensioni senza fine (Muro striato; Muro in giallo verde; Muro in viola; Muro in giallo con riflessi verde,ecc).
Un registro cromatico quanto mai vario che, assecondando la variazione degli stati d’animo dell’artista, testimonia l’impegno di una vita, impiegata al servizio devoto dell’ arte.
Symbols of Magna Grecia
2006 - English version
In the pictures of Sancineto it seems obviously the relation between art-story-nature that is pronounced with a different language, with colours and conceptual syntheses. The story isn’t just a place for the past event like an obelisk, but the story is city of archaeology. In various pictures discovered a presence of mythology monuments. Temple of Hera, Tavole Palatine aMetaponto, the Column of Hera temple.
Sancineto use other symbols like horses, bulls which remember us the antic time.
Sancineto is directed ahead formal symbols, different by Greek artist which wants the ideal or perfection, and abandon the reality and search the absolute in the abstract puritan of geometric shapes.
Sancineto runs away original conception of figures, choosing special signs which expressed with warmly colours, full life.
In the Sancineto pictures have the impression to perceive the colours mass like a subtrahend magma which takes all of things that are on the way.
Sancineto is a lover of nature and the seasons, but the spring is his favourite. Is a colours game which makes pictures lifelike, and full of white shine?
Greats are the pictures with cardi the flower of our country, and the pictures of walls, the favourite of artist.
In the first product of Sancineto, house walls show the combination of the proletarian situation, but now walls are the proof of author, paradigm of one technical research, with colours mix with light, which is in superficies and on the deep.
(Press wall, yellow green wall, purple wall).
This is a chromatic book, influenced by author mood, testimonial of a life dedicated art.