Claudio Strinati

Mimmo Sancineto ha una carriera lunga e variegata, sempre volta alla difesa, mai provinciale ma aperta e appassionata, della sua Calabria.  Al centro dei suoi interessi morali e figurativi c’è quella terra meravigliosa e generosa ma che ha sofferto di emarginazione e persino di assenza di memoria, tanto più dolorosa in quella che è stata la straordinaria culla della civiltà millenaria della Magna Grecia. A questa situazione di abbandono e trascuratezza Sancineto ha inteso reagire con vigore e passione inflessibili, e il suo lavoro intenso e dinamico lo ha così portato a ricreare  una condizione di appassionato recupero di memorie rimaste come latenti in quel contesto.

Da questa inesausta tensione è nata quella singolarissima e personalissima tematica che è quella dei “muri” della sua terra, indagati e riprodotti quasi per farne rivivere i depositi di vita vissuta che vi sono rimasti come incardinati dentro, trasformandosi in fatti figurativi divenuti sintomo e conseguenza di un amore fervido ma contrastato dalle umane vicende.

C’è un senso di profonda umiltà e di orgogliosa affermazione in questa lenta e continua “indagine” che si avverte carica di dolori e fatiche, specie nel periodo che corrisponde, nel lavoro di Sancineto artista e docente, soprattutto agli anni settanta, per spostarsi poi, nei successivi vent’anni, verso i grandi temi del Tempo, delle Stagioni e dell’Amore, quasi a tessere un’epopea artistica che collega ogni momento a quello precedente. I “muri” non arrivarono subito. Per un po’ di tempo Mimmo Sancineto è stato raffinato seguace di certi grandi maestri che la terra di Calabria ha avuto più numerosi di quanto oggi non si sappia con chiarezza.  Ne ha assimilato il linguaggio, colto e spontaneo nel contempo, ma presto si è emancipato dall’ossequio, pur sentito e sincero, verso certi importanti predecessori e ha fatto da sé. E molto ha curato la ricerca tecnica perchè si è distinto come sensibile pittore ma anche come forte scultore, sempre dibattendosi tra ribellione e attesa, tra delusioni e accensioni. Non dimentica mai, proprio lui che ha scelto di restare nella sua patria e di vivere le sue esperienze artistiche nell’ambiente stesso che continua a stimolarlo e a nutrirlo, il grande problema del linguaggio figurativo in sé.

La mostra che oggi presentiamo è, dunque, ricca di opere recenti sulle quali è possibile fare il punto rispetto alla complessa evoluzione del maestro e si capisce bene, a ripercorrerne sinteticamente la parabola, come nel suo caso l’aderenza alle tematiche individuate già nella gioventù non sia mai venuta meno ma si sia invece accresciuta progressivamente.

La pennellata è diventata adesso sempre più larga e piena, in un singolare equilibrio tra assoluta libertà di stesura e accurata attitudine descrittiva. Dall’antico tema dei muri sbrecciati e rovinati dal tempo e dall’opera dell’uomo, affiorano questi poderosi relitti di figuratività che sembrano scrutati dall’alto, in punti di osservazione remoti da cui, pure, l’osservatore è come se sprofondasse dentro la materia pittorica, quasi un astronomo dell’arte che vede molto oltre le apparenze immediate ma non si discosta mai dal “Vero”. Sono come ossature, strutture visive sovraccariche di Umanità che non vogliono rappresentare questo o quel singolo essere, ma aspirano a una sorta di universalità in cui sia possibile rintracciare la quintessenza del fatto espressivo in sé, che diventa l’argomento basilare della pittura.

E’ stato un processo di maturazione lento e profondo e oggi ne vediamo le più alte conseguenze culminanti in una esperienza che conferisce a questa arte una dignità e una forza davvero singolari.

E’ un bene che l’artista trascini i temi stessi dell’Etica e del Comportamento dentro la sua arte.  Fu così in epoche remote e può essere così anche oggi. La lezione di Mimmo Sancineto si muove in questa direzione conseguendo risultati importanti che si iscrivono a buon diritto nella storia della pittura e della scultura italiana del nostro tempo.


English version

Mimmo Sancineto’s carreer is long, varied and always aimed at defending its country: its Calabria, with a passionate and sincere attitude. Actually, this beautiful and generous  region in the south of Italy is the centre of his moral and figurative interests. It suffered to be emarginated and neglected even if, in the past, it was the cradle of the millenary civilization of Magna Graecia. That’s why Sancineto has always fought with an extraordinary energy against this situation of neglect and he has worked hard and actively to recover the memories that were concealed in that context.

Also the “walls” of his Calabria , a very peculiar theme that the artist represented in his first works, were reproduced to give life to the human events that were kept and hidden in those walls.

You can feel a deep humility together with a proud determination in this slow and hard “research” that Sancineto carried out especially in the Seventies, and during the next twenty years. In those years he started showing interest in the great themes of Time, Seasons and Love, to create a kind of “artistic journey”, where every moment is well connected to the moment before.

But the “walls” didn’t arrive at once. At first Mimmo Sancineto was a refined follower of great masters born in Calabria and that are more numerous than we can imagine. He  learnt their refined but spontaneous language even if he became independent of them very soon, acquiring his very personal style.

He worked carefully on the technical research, so that he distinguished himself both as a sensitive painter and as an effective sculptor, always fighting between rebellion and hope, between disappointment and enthusiasm.

He never forgot the great problem of the figurative language in itself, even though he chose to stay in his birthplace and to live his artistic experiences in the same environment that still stimulates and fosters his creativity.

The exhibition mounted in Rome is rich in recent paintings so that it’s possible to consider his complex artistic development and to realize that the artist has never abandoned the themes he had dealt in his youth but, on the contrary,  he has enriched them.

Now his brush-stroke is larger and deeper, in a perfect balance between an absolute freedom in spreading colours and a careful descriptive ability. Powerful examples of figurativeness appear from the old theme of the “walls” that the time and the work of man crumbled and spoilt. They seem to be scanned from high and remote points of observation where even the observer has a feeling he is sinking into the pictorial matter. He looks like an astronomer of art that can see over the immediate appearances but never far from the “Truth”. They are like frameworks, visual structures charges with Humanity that don’t want to represent any single individual in particular, but that aim at a kind of universality where it is possible to find the quintessence of the expressive fact in itself, which becomes the basic subject of painting.

It has been a deep and slow process of maturation , and today we can see its highest results in an experience that gives to this art a really singular strength and dignity.

It is right that the artist takes the very themes of Ethics and of Behaviour  into his art. That’s what happened in remote ages and what can happen today as well. Mimmo Sancineto’s lesson moves to this direction achieving important results that can be recorded, rightfully, in the history of Italian painting and sculpture of our time.