Vincenzo D'Atri

Mimmo Sancineto al di fuori del mondo pittorico

Due premesse innanzitutto in questo mio intervento che mi riprometto di mantenere in termini brevi.

Innanzitutto quello che riguarda il periodo al quale risale la mia amicizia con Mimmo Sancineto. Quando l’ho conosciuto Mimmo Sancineto era già un artista, aveva già vinto la fase più difficile della battaglia che egli aveva intrapreso il giorno in cui, dalla sua Cerchiara di Calabria, aveva deciso di trasferirsi a Castrovillari capoluogo del Pollino e delle genti del Pollino.

L’altra premessa è collegata alla prima: non parlerò di Mimmo Sancineto pittore ma soltanto ed esclusivamente di Mimmo Sancineto che io ho imparato a conoscere ed apprezzare anche e soprattutto al di fuori del mondo che pure per lui è il più congeniale.

Perché, sebbene la mia amicizia con Mimmo Sancineto non va o forse va molto poco oltre il decennio, io ritengo di essere riuscito a conoscere ed apprezzare il carattere, le più profonde aspirazioni di Mimmo nel corso dei certamente non frequenti ma indubbiamente cordiali, calorosi incontri con lui.

Il primo di questi incontri l’ho volutamente cercato proprio in questa zona e proprio in uno di questi caldi pomeriggi di agosto. Una notizia di Castrovillari pubblicata dal quotidiano messinese, del quale curavo la redazione cosentina, riferiva di una mostra organizzata a Bagamoio di Sibari da Mimmo Sancineto, direttore della galleria “Il Coscile”.

Di Mimmo Sancineto, di quanto aveva fatto e di quanto continuava a fare per avviare prima ed incrementare poi iniziative culturali a Castrovillari, avevo sentito parlare più volte.

Inizialmente - devo confessarlo - non aveva sollevato in me forti entusiasmi. Non erano trascorsi, infatti, molti anni da quando avevo lasciato Castrovillari, la mia Castrovillari, allontanandomi dai problemi, dagli affanni, dalle aspirazioni di sempre.

Già negli anni liceali e successivamente in quegli universitari, con certi coetanei avevamo in più riprese cercato di avviare in una città che, culturalmente ormai viveva solo di ricordi, iniziative che potessero far uscire la nostra cittadina da uno stato di continuo anonimato. Ricordo, tra le altre iniziative, la “Giovane Calabria del Pollino”, voluta dall’indimenticabile Don Peppino Bellizzi; ricordo un circolo d’azione intitolato ad un altro illustre uomo d’azione, “Michele Bellizzi”; ma nell’uno e nell’altro caso non eravamo riusciti a smuovere, purtroppo, l’apatia dei nostri concittadini e soprattutto dei nostri amministratori.

Era, dunque, più che naturale questo mio scetticismo iniziale, che però tendeva ad accostarmi sempre più alle notizie sull’attività di Mimmo Sancineto e della galleria “Il Coscile” che apprendevo soprattutto attraverso le colonne della Vedetta alla quale apparteneva ed appartiene un pezzo della nostra vita ed il cui vuoto nella società castrovillarese continuo a considerare incolmabile.

Così, un pomeriggio di agosto, sono andato incontro a Mimmo Sancineto per conoscere non solo il giovane artista ma anche e soprattutto questo giovane che sembrava stesse riuscendo ove altri avevano fallito.

A quell’incontro ne seguirono altri nel corso dei quali sono andato sempre più convincendomi che Mimmo Sancineto rappresentava per i giovani, soprattutto di questa zona sempre più emarginata, frustrata nelle sue aspirazioni, un esempio da imitare. Perché - diciamolo francamente - Mimmo Sancineto avrebbe potuto anche decidere di andare ad ingrossare le file dei nostri emigrati. 

Ed invece, attaccato ed innammorato come sempre si è rilevato della sua terra, ha voluto restarci e tenacemente ha messo a frutto tutte le sue capacità, tutte le sue energie vincendo la sua battaglia contro questo Sud carico di disoccupazione e di incomprensioni e che sembra precludere ai nostri giovani ogni possibilità di sopravvivenza.

Ma Mimmo Sancineto non si è detto soddisfatto nel momento in cui è riuscito ad assicurarsi un posto di rilievo nella società castrovillarese come non si è fermato quando, ottenuto il posto di lavoro, si è assicurato i mezzi per sopravvivere.

Mimmo Sancineto ha voluto continuare a lavorare per gli altri, per quella città che lo aveva accolto. E’ sceso nella breccia aprendo la galleria “Il Coscile”, realizzando così una aspirazione che negli anni quaranta era stata dello stesso maestro Andrea Alfano; poi è stato tra i protagonisti della costituzione di Alternativa Sud che a Castrovillari ha rappresentato quasi una corrente artistica, ponendosi come punto di riferimento, fucina non solo di giovani, ma di tutto un movimento culturale che nella cittadina del Pollino non aveva altre espressioni.

Ha così potuto continuare a portare avanti la sua battaglia culturale ospitando nella galleria “Il Coscile” personali e collettive di artisti che altrimenti a Castrovillari non avrebbero avuto possibilità di esprimersi, di farsi conoscere (e non solo artisti se si pensa che nella galleria sono stati presentati libri e opere di autori giovani o già affermati).

Mimmo Sancineto ha vinto un’altra ma importante battaglia: quella del recupero e della sistemazione delle opere di Andrea Alfano. In tale direzione, anche e soprattutto a livello romano, si è battuto con tanta passione il collega Giuseppe Selvaggi al quale vanno non pochi meriti per l’azione che ha portato avanti, ma era necessario che a Castrovillari - contrariamente a quanto avvenuto nel  passato - qualcuno tenesse costantemente vivo l’interesse della pubblica opinione e soprattutto degli amministratori locali sul problema. In tale direzione Mimmo Sancineto ha svolto un ruolo di primo piano, stimolando anche a curare servizi radiofonici e televisivi, e gli altri colleghi giornalisti castrovillaresi che hanno pubblicato diversi articoli sul recupero delle opere di Alfano.

In questa sua battaglia Mimmo Sancineto ha trovato al suo fianco un’amministrazione comunale, quella presieduta dall’avv. Gianni Grisolia, particolarmente sensibile anche verso i problemi della cultura, pur in assenza di un intervento della Regione, che, già ferma in altri settori, è completamente inattiva in quello delle iniziative culturali.

Se, dunque, è anche questo l’artista Mimmo Sancineto, bene hanno fatto l’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Gaetano Pistocchi e la Pro Loco del Sellaro, presieduta dall’ing. Antonio Vancieri, a dedicargli questa seconda edizione della Rassegna Culturale di Cerchiara.

L’impegno da assumere, a conclusione di questa manifestazione - e credo che in tal modo avremo veramente capito il significato dell’opera di Mimmo Sancineto - dovrà essere quello, logicamente soprattutto da parte di chi in politica conta (gli amministratori qui presenti, con il sindaco di Castrovillari, lo stesso presidente dell’EPT di Cosenza, dott. Francesco Lo Polito), di adoperarsi perché a questi nostri giovani Calabresi venga data non la semplice promessa, non la semplice speranza di poter realizzarsi in quelle che sono le proprie naturali tendenze e capacità. Il nostro impegno e quello dei politici dovrà essere quello di assicurare che, un domani prossimo, i giovani come Mimmo Sancineto possano restare nella loro terra per meglio difenderla ed onorarla.